sabato 24 maggio 2008

Le parti

Ancora letture. Terry lo fa lui, forse, provalo tu, vediamo come viene. No, Jimmy non lo voglio fare! Provate a scambiarvi: tu fai Fred, tu Douglas. Siamo in Italia, dunque: Gavin Wyatt diventa Leo Deffetto. Jimmy (manca un uomo) diventa Gemma. E' deciso, approvato, con qualche mugugno, come sempre quando si assegnano le parti.
Terry, un uomo di trent'anni (Edoardo)
Leo, un uomo sulla sessantina (Franco)
Dusty, una ragazza sulla ventina, moglie di Terry (Ester)
Melissa, una donna di sessant'anni (Eliana)
Liz, una donna sulla trentina, moglie di Douglas (Arianna)
Charlotte, una donna sulla trentina (Martina)
Fred, un uomo sulla trentina (Silvio)
Douglas, un uomo sulla trentina (Fabio)
Gemma, una ragazza giovane (Fabiola)
Abbiamo il copione, per martedì a memoria
sdu

mercoledì 21 maggio 2008

Cambio di programma

All'improvviso, una sera. Cambio di programma.
Lo spettacolo che stavamo costruendo è spostato, lo faremo in autunno. Dobbiamo preparare qualcosa per sabato 14 giugno, per la conclusione dei corsi per adulti del comune di Montale. Abbiamo bisogno di tempi più lunghi per il "nostro" spettacolo, così il nostro regista Francesco ci propone una performance teatrale breve da mettere in scena fra meno di un mese. Harold Pinter, Party time. Un gruppo di riccastri cafoni chiacchiera ad una festa: golf, tennis, corna, parolacce. Sullo sfondo, invisibile e presente, una sommosssa. Il testo non è lungo, richiede una scenografia limitata, movimenti degli attori minimi. Forse si può fare. Diamo una prima lettura, poi una seconda, scambiandoci i ruoli. Per giovedì il testo e i ruoli dovrebbero essere assegnati definitivamente. Abbiamo tre settimane per prepararci. Chissà.
sdu

sabato 10 maggio 2008

Spazio Nerucci

Iniziamo una sera di ottobre duemilasette. Allo spazio Nerucci di Montale, un tempo scuola materna, ora le stanze sono adibite a sede dei corsi per adulti. Corsi di yoga, lingua, cucina, ballo e perfino ottava rima. Le stanze sono colorate: arancione, verde, rosso. La nostra è la stanza azzurra. Al laboratorio di Francesco c'è chi si presenta per la quinta volta, sono gli inossidabili Eliana e Franco. Poi abbiamo: Arianna, Edoardo, Ester, Fabio, Fabiola, Martina, Silvio. Ci contiamo: siamo nove, il decimo, Franco II, fa una breve apparizione e poi sparisce. Si parte liberi, allo spettacolo non pensiamo neanche. Esercizi di voce, corpo, improvvisazioni. Molte improvvisazioni. Si ride, ci si prende in giro, si suda. Traccheggiamo, il tempo passa. Francesco è impegnato nei suoi spettacoli, a volte manca. Un'opportunità: un concorso per compagnie amatoriali della provincia di Pistoia. Ma ancora non siamo una compagnia, così ci riuniamo e creiamo un'associazione culturale. Come ci chiamiamo? Ester dirige la scelta, ci sbellichiamo dal ridere nell'ipotizzare i nomi più strampalati. Alla fine la scelta cade su Sesamo e cartamo. (In India i semi di sesamo sono associati all'immortalità, quindi allo spirito, il cartamo è un fiore simile allo zafferano, ma non così profumato, usato in cosmetica come colorante, quindi la maschera. La tradizione popolare associa al cartamo le proprietà di prolungare vigore fisico, agilità mentale e attività sessuale). Presidente è Franco, vice Martina, segretario Silvio e tesoriere Arianna. A completare la squadra, oltre ai nove già citati, Laura, attrice per il momento out, e Riccardo (tecnico luci, fotografo e curatore del sito ufficiale). Firmiamo. Pronti, via. Presentiamo del materiale al concorso, dvd, struttura scenica, foto, di Esercizi di stile, uno spettacolo breve ma originale, forse il migliore messo in scena dal gruppo. Prima delusione: esclusi dalla selezione. Peccato, avremmo recitato al Manzoni di Pistoia. Ci buttiamo a tempo pieno nella preparazione del nuovo spettacolo, con l'obiettivo di metterlo in scena a giugno. Vedremo.

sdu

giovedì 8 maggio 2008

Breve storia

Chi va e chi viene, chi si stanca troppo presto, chi accorre da lontano, chi inizia e poi smette, chi arriva ultimo, chi rimane sempre fedele, sempre puntuale, con il freddo e con il vento, con il sole e con il caldo dell'estate duemilatré, negli androni delle scuole, nei garages liberati dalle auto, nei giardini delle chiese, nelle limonaie delle ville di campagna, seghettando con la sega, allucinandosi con le luci, taglia e cuci, e sposta e metti e tira e ritira, oh-issa, oh-issa, monta e rismonta, tutte le sere che vitaccia, chi sviolina e chi canta, chi urla alla grata, chi scazzotta al sacco, chi presiede, regna, impera, gioca alla guerra, chi struscia coi ginocchi, chi parla in coro, chi schiaffeggia e chi è schiaffeggiato, chi dorme e chi è preso dal panico, chi si scrive sulle mani, chi dirige, parla, sogna, impreca, chi mette tutte in riga, chi poeteggia nei campi, chi sonnecchia ma poi tira tardi per lo sprint finale, alla fine tutti insieme, pronti a partire, una sera del febbraio duemilaotto, in via del castagno numero uno, fatto il gruppo, trovato il nome, eletto il presidente, gli spettacoli si vedrà, ancor prima di nascere: Flaiano, la patente, il nerucci, il pupazzo, la bernarda, tra poco, una sera di fine giugno, tutti merda merda merda, e poi non si sa, perché il bello è lì, si abbassano le luci, sssh, sssh, silenzio, e poi via, dentro, si comincia.
sdu