lunedì 16 giugno 2008

Party time - sabato 14 giugno

La pioggia mattutina, il vento pomeridiano, il fresco poco estivo di un giugno poco giugno costringono i sesamini a fuggire da villa Pecori e ad allestire in fretta e furia il salone del circolo ARCI di Montale per l'esordio della compagnia. Resiste fino a mezzanotte un gruppo consistente di impavidi montalesi, non ancora sazi del cibo dei cuochi, delle danzedelventre, delle traduzioni dal tedesco e dalle mostre di fotografia e pittura. Accompagnati a destinazione dal regista Francesco, accolti con un bicchiere di spumante dagli altri registi Francesca e Luca, si accomodano a degustare Party time. Parte Edoardo-Terry che fa lo splendido, segue Franco-Leo Deffetto il velista e solo quello, proseguono Ester-Dusty che non si fa scopare sulle barche e Eliana-Melissa che si meraviglia di questa stranezza; civettano poi Martina-Charlotte la brividosa innamorata e Arianna-Liz la madre-cafona; a ruota i pugni duri da salotto di Silvio-Fred e di Fabio-Douglas, adoratore di tempeste. Tutti di gran classe, tutta gente che non parla ad alta voce, non fa cose volgari, né sordide, né offensive: e se osa farle noi le diamo un calcio nelle palle e la sbattiamo giù per le scale. Chiude Fabiola-Gemma, non si sa che cosa le è successo, Dusty se lo chiede per tutto lo spettacolo e anche gli spettatori alla fine non capiscono. D'altronde non è necessario compendere tutto, e anche l'ultimo fermo-immagine, due secondi di luce dopo il buio, e poi di nuovo buio, chi è stato attento lo ha potuto cogliere, chi si è distratto si è mangiato le mani, chi era piccolo chissà che cosa ha capito. Applausi.
sdu

60 commenti:

hrubesh ha detto...

A nome di tutti gli impavidi montalesi (di cui ho la delega) sono costretto ad intervenire per controbattere la capziosa ricostruzione, che qui è stata offerta, degli eventi che hanno animato la serata di sabato 14 giugno, presso il circolo ARCI di Montale.
In realtà, già prima delle dieci di sera eravamo tutti ben sazi “del cibo dei cuochi” e non ne potevamo più delle danze del ventre, che ci procuravano lo stesso effetto del mal di mare. Delle traduzioni dal tedesco, delle mostre di fotografia e pittura, come del circo delle pulci, lascio al vostro buon senso immaginare quanto ce ne potesse fregare.
La vera ragione che ci ha fatto indulgere fin verso la mezzanotte è che speravamo, così facendo, nella cancellazione dell’evento teatrale.
Solo quando abbiamo capito che l’assurda testardaggine dei teatranti non sarebbe crollata neppure alle quattro del mattino, abbiamo deciso di dare campo libero purchè la si facesse finita alla svelta.
Ci conforta l’ammissione, da parte dello stesso autore di questo post, che “non è necessario comprendere tutto”, e infatti non abbiamo capito niente. Quel che ci risulta particolarmente incomprensibile, però, è tanta ostinazione (in così poche persone) in un campo così diverso da quelli in cui riuscirebbero tanto meglio, per esempio l’orticoltura o la sartoria, la ragioneria o la culinaria, persino l’allevamento di fantasmi potrebbe dare loro maggiori gratificazioni.

silviodulivo ha detto...

Per quanto simpatico, l'ex attaccante tedesco che si è avventurato in questo commento non era affatto presente allo spettacolo, altrimenti si sarebbe prostrato metaforicamente ai nostri piedi per ringraziarci di avergli regalato una serata adorabile

Martina ha detto...

beh da quello che hai scritto si capisce benissimo il perchè non hai capito nulla...però su una cosa hai ragione.. la colla che avevamo messo sulle sedie per obbligare il pubblico a stare lì a vederci era molto potente..la prossima volta useremo delle corde che si possono facilmente sciogliere!!Comunque ti consiglio vivamente di candidarti come nuovo assessore alla cultura (se credi davvero di saper fare meglio).. alzeresti sicuramente il livello culturale.. grazie ancora per la critica anche se l'ho trovata inutile e molto poco costruttiva. firmato la bustapagaista (futura allevatrice di fantasmi)

Anonimo ha detto...

Sono sicura che il nostro "commentatore cattivo" intendeva scherzare e noi da veri attori ci facciamo una risata sopra e lo invitiamo di nuovo a Villa Pecori per rivedere la replica di Party Time. Chissà che rivedendolo qualcosa riesca a comprendere...
Faby

Anonimo ha detto...

-Si, sono molto contento che lei abbia detto tutto questo... e anche voi no?-
Il mondo è bello perchè vario, evidentemente il nosto interlocutore era interessato solo al "cibo dei cuochi", ciò che invece non è comprensibile è perchè sia rimasto ad assistere ad eventi che non lo interessavano e anzi gli davano il voltastomaco, si vede che è anche un po' masochista.
Franco

Anonimo ha detto...

Se posso permettermi, tre suggerimenti per l'atteso bis di Villa Pecori:

- gli attori dovrebbero quasi confondersi con gli spettatori. Le luci dovrebbero illuminare solo chi parla; gli altri - intanto - continuano a parlottare tra sè nell'ombra.

- Gemma dovrebbe proprio spaccare la scena. Questo effetto di rottura e rivelatore del significato del testo teatrale potrebbe essere ottenuto ancora una volta con un'illuminazione, tutta per Gemma, appunto. Gli altri dovebbero rimanere in fermo-immagine, mentre discutono, come sospesi in un tempo che li rende eternamente fatui.
- Il fermo-immagine erotico/dissacratorio, e anche liberatorio dopo il monologo drammatico di Gemma, dovrebbe durare più a lungo per il godimento di tutti gli spettatori, anche dei meno perspicaci.

Chiara

silviodulivo ha detto...

Grazie! E' arrivato il primo suggerimento, dopo la prima stroncatura.
E ora chi glielo dice al Rotelli?

ARIANNA ha detto...

..Per ribadire nuovamente il concetto del Saggio Mr.President Franco .. la tenacia nel rimanere fino al nostro spettacolo non prevedeva un premio in denaro !!!!!!!!!!!!!!!!

A questo punto .. l'unica cosa che oggettivamente NON SI RIESCE A CAPIRE e'il motivo per cui questo "eroico/impavido" Montalese abbia deciso di torturasi !!!!!!

E poi .. piuttosto che sputare fango ( poco costruttivo fra l'altro !!!), avremmo gradito ( come invece da altri e'stato fatto .. grazie !) dei consigli su come migliorarci,senza scomodare i fantasmi e soprattutto senza perdere tempo!!!!

Arianna.

ARIANNA ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
hrubesh ha detto...

Come in una piece, il vascello fantasma (il blog) prende ad animarsi sotto l’ineffabile regia (non del Rotelli, per fortuna) di un destino crudele, che incatena i personaggi all’incombente tragedia che presto si svelerà nella farsa di Chiara. Un vero coup de théatre. L’apoteosi. Sublime.

Per Martina e Arianna: la critica non è “costruttiva”, la critica stronca è basta, perciò bisogna abituarvisi: non sempre capiterà di confondersi fra le pieghe, flaccidi e debordanti, dei ventri d’improbabili danzatrici. Inoltre ricordate che, per contratto, i critici sono tenuti, loro malgrado, ad assistere fin in fondo.

Anonimo ha detto...

In quanto danzatrice e attrice, posso dire di essere stata attaccata da tutti i fronti. Bene, ti risponderò in modo molto più chiaro di quanto tu saresti mai capace di fare. Per cominciare, tutti noi ci siamo presentati sotto il nostro vero nome; soltanto tu continui a nasconderti sotto un ridicolo pseudonimo che probabilmente nemmeno sai pronunciare. A parte questo, permettimi di correggerti: le critiche non costruttive non fanno altro che svelare la mediocrità del critico, o sedicente tale. A che serve giudicare negativamente senza spiegare chiaramente le ragioni della propria opinione? Come hanno detto le mie compagne attrici, a far perdere tempo agli interessati. E' come se mi dicessi che sono brutta: quasi sicuramente è vero, ma come mai, secondo te? Sono troppo grassa? Troppo bassa? Non ami le castane? Secondo te i capelli corti sono troppo mascolini? Ho le gambe grosse? Oppure ho un "ventre debordante"? Chi lo sa, perchè il nostro caro Hrubesh non si spiega, si nasconde soltanto dietro l'improbabile titolo di "critico", riempiendosene la bocca. Peccato però che la testa resti comunque vuota.
Ulteriore chiarimento. La danza del ventre è così chiamata proprio perchè quella specifica parte del corpo dovrebbe "danzare". Quindi donne con ventri piatti potrebbero essere maggiormente piacevoli sotto il punto di vista estetico o erotico, ma non certo migliori ballerine. Sappi mio caro, che la danza del ventre per eccellenza dovrebbe essere praticata da donne in stato interessante: con ventri ancora più gonfi, quindi. Sperando non di averti fatto riflettere, non pretendo così tanto, ma almeno di averti in parte svegliato, ti auguro di uscire presto dall'oscurità che ti opprime. Ah, un altra idea: perchè magari a settembre non provi anche tu a venire a qualche corso? Magari scendere dal piedistallo su cui ti sei collocato da solo, e metterti in gioco, potrebbe dare una scossa alla tua mentalità superba e altezzosa.
Ester Lo Iacono
(quella che nelle foto ha il vestito blu; mi sono identificata, IO)

Anonimo ha detto...

prima di tutto vorrei ringraziare Chiara per i commenti lasciati sullo spettacolo, terremo sicuramente conto di tutto ciò che hai scritto..

Caro hrubesh se il tuo intento era solo quello di "stroncare"... stroncare... stroncare cosa? una gamba? no.. riesco a camminare.. una gamba non può essere... forse un braccio? no.. sono interi..forse un dito? no! un'unghia? no no.. forse le mie doppie punte? no sono sempre lì!! e allora cosa?? AAAAAHHH!!! volevi stroncare le nostre carriere??!! ah ecco cosa.. cmq no.. non hai stroncato neanche quelle.. quindi posso affermare con sicurezza che il tuo post è INUTILE!! mi dispiace.. ritenta.. sarai più fortunato!!

BRINDO A VOI..SESAMO E CARTAMO.. CON UN BEL BICCHIERE DI COHAHOLA DIACCIAHA... e son venuha giù a i' montaaaaleeeeeee!!

Martina (quella con il vestito a strisce.. capello liscio frangetta occhiali neri, alta 1.80, 43 di piede.. infatti, avrai notato sicuramente, che le scarpe erano piccole per il mio piedone!!.. insomma L'ARCHEOSOFIHA!!)

ESTER TI ADORO!!!!

silviodulivo ha detto...

Non c'è che dire. Il criticissimo Hrubesh è stato sistemato ben bene. A partire dal nostro Presidente e poi Arianna, Martina ed Ester, puntigliosissima e impeccabile.
Vediamo che cosa risponderà il nostro critico (di quale rivista?)

Anonimo ha detto...

A VOLTE RITORNANO.
Com’era prevedibile, la notte bianca montalese, che si proponeva come evento culturale dell’anno, se non addirittura del secolo (come in un primo momento proposto dall’assessore alla cultura, che ha dovuto, poi, ripiegare in seguito alle proteste dell’opposizione), non smette di far parlare di sé: e questo è bene perché è l’oblio, e non la critica, il vero cruccio dell’artista.
Su una cosa il critico, o sedicente tale, ha ragione: la critica, per sua natura, può essere solo feroce.
Non è neanche indispensabile che il critico assista personalmente all’evento, di solito non lo fa.
Di solito è uno solo, scelto a turno, che presenzia, mentre gli altri vanno a farsi i cavoli propri, per lo più si recano dall’amante. Dopodiché tutti scrivono sul canovaccio preparato dal critico di turno.
Il giorno dopo potrete leggere le recensioni su tutti i giornali e notare che sono uguali.
Però non sta bene attaccare la “critica”, e non conviene. Essa è intoccabile, la si può comprare, questo si, ma non attaccare. Qualche tempo fa, un giornalista di Repubblica si recò a cena nel nuovo ristorante della coppia più bella del mondo, Dolce e Gabbana. Vi mangiò malissimo e, senza peli sulla lingua, ne scrisse. Apriti cielo! La strana coppia s’incazzò a tal punto che minacciò di tagliare il budget pubblicitario al giornale, se non fosse corso ai ripari. Il giorno dopo, il giornale mandò il proprio “critico gastronomico” a recensire la cucina dei due “sbronzi di Riace”: mangiò malissimo lo stesso, naturalmente, ma ne parlò benissimo e conferì più stelle che l’Orsa Maggiore.
C’est la vie, e bisogna imparare a convivervi. V’immaginate un giornale o una rivista che parli male dell’ultima collezione dei due deficienti?
Per quanto riguarda la danza del ventre, bisogna avere l’onestà di riconoscere che i canoni estetici cui faceva riferimento Ester, oltre ad essere molto lontani da noi, sia nello spazio che nel tempo, non possono essere addotti a giustificazione di quei totani giganti surgelati che si esibiscono ormai, in luogo di autentiche danzatrici, persino nelle feste parrocchiali. Ogni limite ha una pazienza, diceva Totò!
La questione vera, però, è un’altra: essa risiede in quella malsana idea che cominciò a diffondersi, come la “Cinese”, alla fine degli anni sessanta, secondo la quale tutti possono fare tutto purché ci sia il “laboratorio”. Come se il talento si potesse comprarlo un tanto al chilo, o al mese, o a “modulo”, così che tutti possiamo diventare musicisti, scrittori, pittori, attori, registi, danzatrici del ventre, fotografi, stilisti e via dicendo. Un laboratorio per tutto e tutti possono fare tutto. Era un’idea da Repubblica Popolare, in linea con le tendenze “culturali” del tempo. L’idea, per la verità, avrebbe continuato ad imperversare sine die, se non avesse contenuto anche la pretesa di obbligare amici e parenti ad assistere al supplizio. Questi, amici e parenti, cominciarono ad organizzarsi dapprima clandestinamente, dando vita ai primi gruppi di autocoscienza, poi ruppero gli indugi ed uscirono allo scoperto. L’atto finale di quella lunga battaglia fu decretato dalla Risoluzione della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, che sancì il diritto inalienabile di parenti ed amici di poter liberamente godere delle partite di calcio del Campionato Europeo, anche in concomitanza di saggi, esibizioni, o quant’altro.
L’impatto di quella risoluzione sul mondo dei “laboratori” fu devastante ed essi scomparvero nel giro di un decennio. Succede, però, che a distanza di qualche generazione, quando la memoria storica s’assopisce, che essi ritornino.
Chissà che anche il sedicente “critico” non abbia inteso esibirsi in un saggio da “laboratorio di critica teatrale”. In tal caso, quel che è fatto è reso. E il cerchio si chiude

Anonimo ha detto...

Caro Homo vulgaris, tanto per chiarirti un punto che molto probabilmente non hai capito, l'intera compagnia teatrale Sesamo e Cartamo non è affatto maldisposta verso le critiche negative; il nostro stesso regista ci distrugge di giudizi ogni volta che proviamo. Lui però, a differenza di Hrubesh, sa quello che dice ed articola una critica motivata. Quanto al fatto del non ribattere poi, non sono affatto d'accordo. Da molti secoli, ormai, il principio dell' "ipse dixit" è stato superato, e mi dispiace sapere che anche tu fai parte di questo fenomeno culturalmente retrotrainante che ci strazia ormai da molto tempo.
Inoltre, mio caro, la danza del ventre è una danza tipica mediorientale; è come se tu criticassi la tarantella, trovandola ridicola e ritenendo che le ragazze dovrebbero ballare più scoperte,e non col costume tipico, o che quelle più in carne se ne dovrebbero astenere. Non si tratta di lap dance nè di un concorso di bellezza. Ma purtroppo oggiogiorno più che il cervello, gli uomini tendono a seguire la logica del pene, accondiscendendo a tutto ciò che il membro comanda loro. Peccato, homo vulgaris, peccato...
Ester Lo Iacono

silviodulivo ha detto...

Grande Ester!

Anonimo ha detto...

Peccato Ester, davvero peccato... non hai capito. Ma è difficile capire, pressocchè impossibile, quando non si è disposte a quel pò di autoironia che il minimo sindacale richiederebbe quando ci si cimenta con cose così lontane da noi. E' il disastro dei "laboratori". Ci vorranno un altro paio di generazioni per porvi rimedio.

hrubesh ha detto...

@Chiamato in causa da tal silviodulivo mi trovo costretto ad intervenire di nuovo, con grande seccatura. Le vostre discussioni non ci interessano. Preciso solo che non sono un critico. Neanche da “laboratorio”, come ha insinuato qualcuno. Non gradite le nostre critiche? Bene. A noi non è piaciuto il vostro spettacolo (si fa per dire). Anzi, non c’è piaciuta proprio la serata. La città di Gherardo Nericci meriterebbe ben altro. Tutto qui.
Possiamo capire la reazione stizzita della signora Ester Lo Iacono, che come “attrice” e “danzatrice” si è resa protagonista di due memorabili defaiance, ma il problema è tutto suo.

Anonimo ha detto...

Oh, maledizione! E io che credevo di avere tanta autoironia da prestarmi a due spettacoli, mettendomi in gioco (o in ridicolo, perchè no?) davanti a tutta l'onorevole popolazione del paese di Gherardo Nerucci. Mi merito forse una medaglia? No, non mi merito neppure un complimento, e lo so. Perchè non sono una professionista e sto cercando ancora di imparare, sia nella danza che nella recitazione, pertanto ben vengano le defaiances! L'unica cosa che mi dispiace è di avere un pubblico pronto solo a criticare sterilmente, aggrappandosi all'offesa estetica dei ventri flaccidi e debordanti che a quanto pare vi disgustano in maniera davvero insopportabile: menomale allora che per voi esistono il collo per girare la testa e le palpebre per chiudere gli occhi; per altri sarebbe bastata l'ironia che tanto osannate per comprendere i nostri sforzi, il nostro impegno, ma soprattutto i nostri messaggi che sembrate davvero risoluti a non voler leggere con attenzione. Forse è vero, Homo vulgaris, che vi ci vorranno altre due generazioni per capire. Speriamo, mi pare una prospettiva davvero ottimistica.


E...Hrubesh...se dovessi stizzirmi per una cosetta insignificante come te sarei davvero finita.
Bacioni
Ester Lo Iacono

Anonimo ha detto...

Questo è il punto, tesoro... quelo che fai finta di non capire: non c'è proprio niente da imparare! Il talento, o ce l'hai oppure no. Non s'impara! Non sono i ventri flaccidi che critico (davvero non hai capito niente, chissà cosa usi tu per ragionare...), sono semplicemente quelle che non sanno danzare, quelli che non sanno recitare eccetera... e che mai ci riusciranno, semplicemente perchè non è nelle loro corde. Non sono i totani l'oggetto delle mie critiche, ma i "laboratori" che promettono di farne tante Isadora Duncan...

Anonimo ha detto...

Domanda numero 1: sa, il totano, danzare? Risposta: no!
Domanda numero 2: sa, il totano, recitare? Risposta: no!
E allora? Gli piace farlo lo stesso. Benissimo. Non vedo perchè si debba arrabbiare se glielo fanno notare.
KL

Anonimo ha detto...

A questo punto mi sorge spontanea una domanda... Avete mai fatto qualcosa in vita vostra per divertirvi?????
Che esistenze tristi...
Ester Lo Iacono

Don Fabio Titus della Mirandola ha detto...

No.
Le cose si imparano.
Tutto si può imparare con il giusto impegno e con la giusta adattabilità.
E' un principio basilare ed innegabile dell'evoluzione che sia biologica, culturale o personale.
Inutile prendersela tanto con i laboratori: ovviamente non tutti i frequentatori possono raggiungere vette eccelse, ma c'è da crederlo, prima o poi salta fuori almeno un tizio che ha le carte in regola per proseguire.
Probabilmente in passato l'assenza dei laboratori ci ha privato di tanti "Mozart", "Michelangeli" e tanti "Danti".
Se la gente smettesse di crescere e di imparare saremmo una popolazione di cerebrolesi (ed in effetti non ci siamo molto lontani).
E se uno non riesce comunque a sfondare almeno ci ha provato e presumibilmente si è divertito.

Anche io continuo a crescere ed imparare: tre giorni fa ho imparato a legarmi le scarpe, per esempio.
Il prossimo obbiettivo saranno le tabelline del 3 e del 4.

Domanda:
Quante volte al giorno devo dar da mangiare al mio fantasma?
Mi sembra un po' palliduccio...


Fabio (Quello con la giarrettiera, il busto settecentesco, gli anfibi, i bermuda, la maschera ed il boccaglio, che ballava il Charlestone in equilibrio su di una corda, con una pila di piatti in testa)
Scusate ho provato ad essere serio, ma proprio non fa parte della mia natura!!

Anonimo ha detto...

In biologia esiste la “criptobiosi”, (e cioè la possibilità per i microrganismi di ritornare alla vita, quando si ripristinano favorevoli condizioni ambientali, dopo un lunghissimo periodo nel quale non hanno dimostrato alcuna attività metabolica). Mi stavo appunto domandando da che epoca provenisse il tipo buffo "con la giarrettiera". Ora è tutto chiaro.

Anonimo ha detto...

Un uomo saggio disse una volta: "Quando arrivi all'ultima pagina, chiudi il libro".
Confucio sa se ci abbiamo provato.
Ester Lo Iacono

Don Fabio Titus della Mirandola ha detto...

"Criptobiosi"?
Ma pensa un po'!
Allora sono un microrganismo veramente figo!

Comunque a me Confucio non ha detto nulla riguardo ai libri.
Molto maleducato da parte sua (anche se tanto non so leggere).

Anonimo ha detto...

scusate eh.. non ho capito.. ma ci state dando di microrganismi e di stupidi (perchè non sappiamo imparare) solo perchè abbiamo detto che le critiche fatte non sono costruttive? ma poi... che c'entriamo noi con l'organizzazione della serata?? andate da chi di dovere a brontolare.. o candidatevi alle prossime elezioni.. DIO BONO!! cmq io ho una proposta da fare.. perchè non c'incontriamo e ne parliamo civilmente a voce? così ci fate vedere come si recita, come si balla o come s'impara... BASTA CON QUESTI POST... MI S'INTASA LA POSTA!!! NO CREDETE!!!

Martina

p.s. Fabio.. anche il mio fantasma prima era palliduccio..poi gli ho dato un po' di Mirto e cohahola e tutto è passato.. ora assomiglia all'Eliana!!

p.s.2 non sapremo recitare.. ma si ride un monte!!!!

Don Fabio Titus della Mirandola ha detto...

Questo blog è un po' noioso, perchè manca di umorismo.
Meno male c'è la Martina!
Ora ci pensiamo un po' io e la BOCCHINARA!!
DIO BONO!!

E comunque "Party Time" non è un'opera teatrale... è un SAGGIO!!

TITUS ÜBER ALLES!!

Anonimo ha detto...

Qualcuno, molto incautamente, aveva accennato a "vette eccelse".
Più che di sommità, parlerei di profondità abissali, ormai raggiunte grazie a cotale titus.
Siamo ad almeno ventimila leghe sotto i mari. A proposito, non è proprio da quelle profondità che provengono i totani giganti? Come vedete, tutto quadra.

Anonimo ha detto...

Ester, il critico cattivo quando parla di ventre debordante non si riferisce certo a te. Tu hai un corpo bellissimo, credimi. A me 'sto tipo mi continua a far sorridere, non riesco a prenderlo sul serio! Non ce la faccio, davvero.
Faby

silviodulivo ha detto...

Ragazzi, io ve lo dico. Finora sono stato zitto perché non ero ancora sicuro. Ma ora ne ho la certezza. Il concetto che voglio esprimere è riassumibile in una sola parola: COMPLOTTO. I Poteri forti stanno complottando contro di noi. Vogliono stroncarci. Subito. Sul nascere.
Hanno iniziato eliminandoci dal primo concorso al quale abbiamo partecipato, quello della Banca di Pistoia. Una sedicente giuria tecnica non ci ha permesso di esibirci al Manzoni, che per noi sarebbe stato semplicemente un trampolino di lancio verso ben più importanti teatri. Ci hanno eliminato senza dare uno straccio di motivazione. Silenzio, non parliamone. D'altronde non avrebbero potuto dire niente, non avrebbero potuto addurre una qualsiasi mezza spiegazione all'inopinata esclusione. E uno.
Poi c'è stato il nostro esordio come compagnia ufficiale. Già la mattina successiva siamo venuti a sapere che alcuni, pochissimi, tra le decine di migliaia di montalesi presenti al nostro spettacolo avevano abbandonato la sala accusando lo spettacolo di "volgarità". LA SQUALIFICA MORALE. Il secondo passo è questo ignobile tentativo di squalificarci moralmente, di far credere che i nostri spettacoli siano indegni di esser rappresentati perché moralmente degradanti, quando si tratta proprio del contrario: sono spettacoli di denuncia, spettacoli impegnati, spettacoli che danno fastidio. A quali poteri? A quale Potere?
Il terzo passo, la terza mossa del vasto complotto che stanno perpetrando ai nostri danni si chiama CENSURA. La critica non ci ha stroncato, la critica non è neanche venuta a vederci, la critica ci ha ignorato, ci ha cen-su-ra-to. So per certo che decine di articoli erano pronti per andare in stampa il giorno successivo alla rappresentazione. Che fine hanno fatto? Spariti. Bloccati. Neanche una riga. Nulla. Questa, lo ribadisco, si chiama censura.
E ora? Ora si passa alle provocazioni e alle minacce. Cercano di tagliarci le gambe ridicolizzandoci, scoraggiandoci, umiliandoci. Il Potere ha inviato i suoi scherani a casa nostra, nel nostro blog, e ci manda un messaggio: smettetela, rinunciate, fermatevi. Gli scherani si chiamano Hrubesh e Homo Vulgaris, per ora, ma molti altri sono pronti ad intervenire, se necessario. Come tutti i bravi agiscono nell'anonimato, possono anche porsi in maniera gentile e spiritosa ma la loro anima, la loro vera anima è distruttrice. Ci invitano a cambiare mestiere. Perché? A chi diamo fastidio? Quale Oscuri Poteri si sentono minacciati dalla nostra ricerca della verità, dalla nostra denuncia civile, dal nostro schietto linguaggio? Dopo averci invitato a cambiare mestiere e aver trovato un muro, l'inviato del Potere Hrubesh passa alle minacce, parla di "incombente tragedia", scrive "la critica stronca e basta" e si capisce benissimo che cosa vuol dire: vi stroncheremo le gambe. Poi arriva Homo Vulgaris, come a dire, non è mica uno solo, siamo un'Organizzazione: "Non è neanche indispensabile che il critico assista personalmente all’evento, di solito non lo fa.
Di solito è uno solo, scelto a turno, che presenzia, mentre gli altri vanno a farsi i cavoli propri, per lo più si recano dall’amante.": be', certo, il boss manda i suoi sicari e non si sporca le mani, non vuol vedere scorrere il sangue. E che i due non sono critici (evidentemente sicari, dunque) lo ribadisce subito dopo Hrubesh. E poi di nuovo irrompe Homo Vulgaris. Sentite le sue parole: "In biologia esiste la “criptobiosi”, (e cioè la possibilità per i microrganismi di ritornare alla vita, quando si ripristinano favorevoli condizioni ambientali, dopo un lunghissimo periodo nel quale non hanno dimostrato alcuna attività metabolica)." Tradotto, se non fosse chiaro abbastanza: se state zitti, se obbedite ai nostri Capi vi possiamo anche riportare in vita, altrimenti siete tutti morti.
Quello che voglio dire ora a questi due sicari infiltrati tra di noi è questo: non cederemo mai. Il nostro motto è: RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE. Non sarà originale, ma l'abbiamo fatto nostro.
E ora, parafrasando Melissa... Posso sottoscrivere tutto quello che ho appena detto? Vorrei sottoscrivere tutto quello che ho appena detto. E vorrei aggiungere quanto segue. Tutte le Compagnie che ho conosciuto sono tutte morte. Nessuna esclusa. Non ce n'è nemmeno una viva. A che cosa sono servite queste Compagnie? A cosa? Non ne rimpiango la loro dipartita. Ma le Compagnie sono morte perché erano fondate su idee che non avevano basi morali, nessuna base morale. Ma la nostra Compagnia, la nostra Compagnia è una Compagnia che è basata, che è fondata su criteri morali, su una coscienza morale, una serie di valori morali che sono, devo dirlo, incrollabili, rigorosi, fondamentali e inflessibili. Grazie.
(applauso)

Anonimo ha detto...

La teoria che dietro la malattia potesse trovarsi un microrganismo, era stata già espressa da Fracastoro nel sedicesimo secolo, ma all’inizio del terzo millennio, scandito da quelli che appaiono definitivi trionfi della medicina e dell’ingegneria genetica, è forse utile riflettere su una frase pronunciata duemila anni fa dallo storico latino, Quinto Orazio Flacco: “Allontana pure la Natura con ogni mezzo, essa ritornerà”.
Microrganismi che si credevano definitivamente debellati stanno tornando ad infestare i circoli Arci.
Della criptobiosi del laboratorismo sono responsabili i “tardigradi”, hanno otto zampe carnose non segmentate, terminanti con artigli o ventose e la testa fa tutt’uno col corpo, costituito da quattro segmenti, ciascuno portante un paio di zampe. Camminano con un’andatura buffa che ricorda gli orsi. La pericolosità del laboratorismo sta nelle sue capacità mutogene, tali da rendere vani tutti i tentativi di produrre vaccini efficaci. E’ responsabile, oggi, di una malattia che si annuncia già come la più terribile di questo inizio millennio: il totanismo.
Focolai d’infezione sono disseminati un po’ ovunque, ma di particolare virulenza si segnalano nella zona di Montale-Pistoia. La patologia può svilupparsi in due diversi livelli: il primo, non particolarmente pericoloso, riguarda soggetti che hanno già sviluppato, in passato, sufficienti difese immunitarie, tipo quelli che si amputarono le dita sulle corde della chitarra sentendosi Segovia, o quelli accecati dall’archetto del violinista da laboratorio, o tanti egregi imbianchini che persero il lavoro mentre attraversavano il loro periodo blu. Questi soggetti sono, però, dei portatori sani e ritenuti fra le cause maggiori della diffusione della malattia.
Il secondo livello è devastante, perché mutogeno: purtroppo non c’è possibilità di diagnosi precoce, la scoperta della malattia coincide quasi sempre con la comparsa dei primi tentacoli armati di ventose.

Anonimo ha detto...

Illustre Assessore alla Cultura e ai Gemellaggi, sperando si tratti proprio di Lei e non del Suo gemello, desidero innanzitutto esprimerLe la mia solidarietà anticipata nel caso si dovesse mai trovare nella incresciosa situazione nella quale è venuto a trovarsi il Suo ex collega, Vittorio Sgarbi.
Ciò premesso, mi permetta di farLe notare che la nostra discussione è andata un bel po’ avanti, siamo ormai arrivati alla criptobiosi, sia pure a fatica a causa dell’ostruzionismo demagogico messo in campo da uno dei leader storici delle frange più estreme del laboratorismo ( il cui delirante “comunicato politico” è già all’esame degli investigatori: “ha le ore contate”, hanno assicurato autorevoli dirigenti della DIPAT)… e mica possiamo ricominciare daccapo.
Non mi lascerò sfuggire l’occasione, però, per farLe notare che a Montale non c’è un teatro.
Non sarebbe il caso di farci un pensierino? Lo dico anche nel Suo interesse, giacchè aumenterebbe di gran lunga il Suo prestigio politico. Mica deve farci “La Fenice”… basterebbe riadattare un capannone, non ci vuole poi tanto, solo un po’ di buona volontà.
E, Le assicuro, sarebbe anche un ottimo antidoto al totanismo, problema che investe ormai non solo l’ambito della salute pubblica ma anche quello della pubblica sicurezza.

Cordiali Saluti

Anonimo ha detto...

Homo Vulgaris,leggo con piacere la tua richiesta fatta all'assessore Franco Pessuti. Sarebbe bellissimo avere uno spazio dove fare teatro,sarebbe il mio sogno che finalmente si realizza. Chissà, forse col tempo...
Faby
(Quella che nella foto si sta truccando, con la faccia a pesce lesso e lo sguardo ittico)

Anonimo ha detto...

Sei quella blu che sembra una sedia? Carina...

Anonimo ha detto...

Salve, ho aperto oggi per la prima volta il vostro blog e il dibattito mi ha subito incuriosito.
Premetto che non ho visto questo fantomatico SAGGIO di cui discutete e quindi non posso dare contributi pro o contro ma voglio esprimere il mio totale accordo con la richiesta di uno spazio idoneo per inziative di vario genere (teatro, cinema, musica e quant'altro); se ne avverte da tempo la necessità. Forse lo spazio necessario troverà locazione nella Villa Smilea che sarà inaugurata oggi?
Saluti
ISAAC
P.S. Perchè parlate di un "gemello" dell'assessore? Vi risulta che ne abbia uno? O più di uno? E, nel caso, di che sesso?

Anonimo ha detto...

No, sono quella carina sulla sedia blu!
Faby

silviodulivo ha detto...

Benvenuto, Isaac. Il "saggio" è così definito dal nostro regista Francesco Rotelli, ma noi della compagnia lo chiamiamo "spettacolo". Speriamo di poterlo ripetere a villa Pecori a breve, ora che è arrivata l'estate. A villa Smilea non ci sarà un teatro, forse una sala per la musica, non ricordo. Penso che torneremo sull'argomento, magari con un post

Anonimo ha detto...

LETTERA APERTA AD UN PAESE CHE NON SA PIU’ RIDERE
(o a quei tre o quattro che potrebbero leggerla)

Che in questo Paese non si riesca più a distinguere il “vero” dal “falso”, non mi meraviglia: la situazione è quella che è (grave) anche se la maggioranza dei cittadini non se ne rende conto.
Ma che non si riesca neppure più a distinguere il “serio” dal “faceto” mi sembra cosa ancor più inquietante. Forse c’è una sottile correlazione fra i due fenomeni. Chissà?
Hrubesh, Homo Vulgaris eccetera, sono la stessa persona, che non ha neanche assistito al “saggio” ma che sa che siete tutti bravissimi, compresa Ester. Ci sono persone che si dilettano (e si divertono) col teatro, con la musica o la danza del ventre, e quelle, come me, che si dilettano (e si divertono) con la “satira”. Brutta cosa, ostica, anche difficile da definire, i latini ci provarono per qualche secolo e poi decisero di lasciar perdere. Io, con i modesti mezzi di cui dispongo, preferisco definirla una “parodistica rappresentazione”, letteraria o teatrale, della realtà, che ne proponga una seconda possibile lettura, dilatandola fino al limite del grottesco. Il grande Lenny Bruce diceva: “La realtà è quella che è, non quella che “dovrebbe” essere”.
Gli elementi per capirlo, e sorriderne, c’erano tutti. Ma non è stato capito. Forse non sono bravo quanto voi, nel mio dilettarmi (o lo sono troppo?), fatto sta che il canovaccio era abbastanza semplice, niente di originale o raffinato, roba terra terra, roba da Rai1… si sarebbe detto una volta.
Credevo che il colmo del grottesco, del surreale, si fosse raggiunto con l’intervento dell’assessore (poi ho saputo che era un “falso”), ma ancora non era arrivato Isaac a chiedere se l’assessore (alla Cultura e ai Gemellaggiiiiiiii!!!) avesse davvero un gemello: io non sarò tanto bravo, d’accordo, ma un piccolo sforzo fatelo anche voi… e che diamine!

Anonimo ha detto...

Allora era solo una provocazione? Un po' lo avevo immaginato ma mai e poi mai avrei pensato che Hrubesh e Homo Vulgaris fossero la stessa persona!
Faby

Anonimo ha detto...

IN RISPOSTA ALLA LETTERA APERTA

Devo ammettere che ci hai spiazzato, e devo anche ammettere che quando ho pubblicato il primo (e finora solo) commento non avevo confrontato attentamente il post di Silvio con il tuo e, in quel momento, mi sono fatto prendere la mano, anche spinto dalla mia allergia agli anonimati (al contrario di Silvio che li trova stimolanti), del resto faccio parte di quella categoria di persone che, per dirla con Guccini, “...non sanno nel loro pensiero distinguer nei sogni il falso dal vero”.
Un’analisi più attenta aveva però evidenziato che il tuo primo intervento altro non era che la trasposizione in negativo, fino al limite del grottesco, del post di Silvio, da qui la convinzione che tu non avessi visto niente, ma non riuscivo a capirne il senso.
Devo quindi complimentarmi con te per la tua fantasia e per la tua capacità di gestirla e ringraziarti per averci finalmente illuminato.
Per quanto riguarda però il senso dell’umorismo posso assicurarti che, per metterci in gioco sapendo di non essere, e non poter diventare, né Eleonora Duse né Marlon Brando, ne occorre e molto.
Non so, né è compito nostro dire, se siamo o meno bravi, ma se vuoi scoprirlo potrai venire a vederci in una delle nostre prossime esibizioni che saranno pubblicizzate per ora su questo blog e, forse, in seguito sul nostro sito.
Saluti Franco (quello con i capelli, pochi, bianchi).
Ps.: ricordo a chi ha usato il nome dell’assessore che, mentre è ammesso l’anonimato (che personalmente non amo) l’uso di identità di altri è punibile penalmente, uomo avvisato...

Anonimo ha detto...

Giusto allora anche io devo dirvi una cosa:
Io, Silvio e la Martina siamo la stessa persona!!

E non è finita qui:
siamo il Papa.

Firmato:
Fabio Prugna Titus Serafino in Agna

Anonimo ha detto...

Beh... se sei "uno e trino", potresti ambire a ben altro che un sottoposto, perchè limitarsi in partenza...

Anonimo ha detto...

Hai ragione!
Ci penseremo.
Te intanto scrivi una Bibbia per noi.

Fabio Ivan Gattuso

Anonimo ha detto...

CRONACHE LATINE

Fabio Titus Gactus nacque a Pistores (odierna Pistoia) dalla famiglia patrizia dei Serafinus che per lungo tempo contese il primato politico ed economico alla potente famiglia dei Piri, nel primo secolo dell’era volgare. L’anno della nascita dovrebbe essere compreso fra il 20 e il 25, giacchè sappiamo per certo che egli frequentò, da giovinetto, la Magna Scola CEPU ai tempi del grande maestro ateniese Anteo di Scarola. Nella lotta con i Piri, l’educazione e la formazione dei giovani patrizi rivestivano un ruolo centrale, ma con il giovane Titus sembrava lotta ancor più ardua, tempo sprecato: sotto la cenere che sembrava avvolgere il suo cervello covava già il fuoco di quella vita dissoluta che tanti guai gli procurerà in seguito. Molto più l’arte dell’inganno e del complotto affinò, che non l’etica e la morale. Corrompendo Anteo di Scarola, riuscì a portare a casa la laurea in “Città, fiumi, laghi, frutta e verdura”, con la quale poté ritornare dal vecchio padre Serafinus ed esigere la sua parte: ventimila sesterzi e una villa scarupata dalle parti di Montale.
Tentò di prendere il potere con l’inganno, proponendo ai Piri un accordo bipartizan sulle Riforme.
Due dei migliori, fra i Piri, abboccarono subito: Silvio Walter Massimo Marone e Martina Sora Lella Finocchiarius. I due Piri non sapevano neanche di cosa stesse parlando, Titus. E neanche Titus, lo sapeva: forse ne aveva sentito parlare dal suo Maestro ateniese. Fatto sta, che i tre divennero presto artefici di una delle pagine più oscure della storia di Pistores.
Attuarono subito la prima, e anche unica, riforma: la riduzione del numero dei Senatori, che passarono da quarantacinque a tre: loro tre, naturalmente. Una volta assunto il controllo del Senato, essi si abbandonarono ad una scellerata amministrazione della rex pubblica: la corruzione, l’inganno, la prevaricazione e la frode dilagarano. Il malcontento saliva. Qualcuno propose un giro tondo di protesta, ma a Pistores nessuno sapeva che forma avesse il giro tondo: “sarà tondo…no?”, azzardò qualcuno, ma fu subito zittito ricordandogli la sua parentela con i Piri.
Titus, Silvio e Martina, nel loro delirio di Potere, erano diventati ormai una cosa sola, una specie di mostro a tre teste fra le quali spiccava, al centro, quella cornuta di Titus. Ci sarebbe voluto un nuovo Giasone per distruggere quel mostro che, intanto, stava distruggendo ogni forma di vita civile: i giudici non riuscivano più ad amministrare la Giustizia, i fornai non riuscivano più a fare il pane, i Maestri ateniesi se ne tornarono da dov’erano venuti, la mondezza invadeva le strade, e persino le riunioni di condominio si risolvevano spesso con un colpo di mano. La legalità era sparita e da ogni angolo dell’impero arrivarono, a Pistores, furfanti d’ogni risma.
Le proteste salivano di tono: “siamo stufi!”, gridavano i pistoriesi. “Stiamo lavorando, stiamo facendo le riforme per voi!”, rispondeva il mostro, che se anche era diventato uno, non poteva più parlare in prima persona (sono gli inconvenienti dell’essere uno e trino, come l’impossibilità a rimanere soli con se stessi senza dover convocare una riunione collegiale, o l’impossibilità ad avere normali relazioni di coppia). Ad ogni protesta, il mostro raccontava una nuova balla per tener calma la piazza e nel frattempo schierava i soldati. Il bastone e la carota, insomma… entrambi giusti per essere collocati in quella recondita parte del corpo umano che tutti conoscono, la lotta avrebbe dovuto decidere in “quale” corpo umano: quello dei pistoriesi o quello del mostro.
Fra le tante balle ci fu anche quella di un gigantesco ponte sotterraneo che collegasse Pistores con Montale. Fu chiamato a progettarlo il più grande architetto del tempo, Caio Flavio Stretto e per questo fu chiamato il Ponte dello Stretto.
Quello che fece però letteralmente imbufalire i pistoriesi fu la decisione, dei tre tiranni, di esibirsi in rappresentazioni teatrali settimanali a cui tutti i cittadini erano obbligati ad assistere. Fu durante una di queste rappresentazioni che, proprio al momento dell’entrata in scena di Titus (era il segnale convenuto), scattò la rivolta che liberò definitivamente la città dal trimostro.
Rotto il sortilegio del Potere, i tre poterono riacquistare la propria identità originale: i Piri tornarono ad essere Piri e della loro sorte non abbiamo più notizie, anche se è da ritenere che essi ebbero modo di legare indissolubilmente il nome della propria famiglia alla città di Pistores, che ancora oggi, infatti, è detta la città dei Piri.
Titus riparò in esilio nella Campania Felix, con i soldi rubati alla Pubblica Amministrazione aprì a Pompei un locale, il Millionarium, insieme ad uno dei più noti animatori della movida pompeiana: Flavio Grasso Brigatore. L’esilio pompeiano, però, segnò un ulteriore decadimento della sua condotta morale. In seguito ad un incidente stradale fu trovato positivo alla prova del palloncino. Inutilmente i suoi avvocati cercarono di contestare l’attendibilità del metodo, che consisteva nell’introdurre il mal capitato in un sacco di pelle di maiale e, dopo aver cucito il sacco, rotolarlo come un pallone, appunto, giù dal monte Somma così da provocarne il vomito ed analizzarne gli effluvi. Titus non sopravvisse alla prova.

(dall’appendice di Storia Latina all’ultima edizione della “Tre Cani”, a cura di Lassie, Rex e Rin Tin Tin).

silviodulivo ha detto...

Non ho capito che fine fecero Silvio Walter Massimo Marone e Martina Sora Lella Finocchiarius

Anonimo ha detto...

La fine dei Piri. Se fossi stato più attento... dimostrando di essere diverso dai Serafinus, non avresti posto questa domanda.
Ah..! Santa pazienza!

silviodulivo ha detto...

Mah. A me sembra che si parli più che altro di Fabio e che i poveri Silvio e Martina siano rimasti nella penna dello scrittore. Se trinità ha da essere che sia vera trinità, tutti alla pari, e non che uno sia più importante dell'altro. Non vorrei che finisse come l'altra Trinità, quella tradizionale, in cui lo Spirito Santo non lo considera nessuno. Si è mai, per esempio, sentito bestemmiare lo Spirito Santo? No. Ecco, anch'io voglio la mia parte.

silviodulivo ha detto...

Ah, Hrubesh/Homo vulgaris non ha risposto all'invito del nostro Presidente ad assistere al prossimo SPETTACOLO

Anonimo ha detto...

A Pistores, lo Spirito Santo (alias i Piri) riceve adeguata gratificazione tutti i Santi giorni che la Santissima Trinità ha la bontà di mettere a disposizione dei suoi malcapitati abitanti. Di cosa si lamenta il terzo del trimostro? Gli sembra d'averci fatto una bella figura?

Anonimo ha detto...

Uno dei più grossi inconvenienti dell'essere uno e trino è andare in bagno.

Fabio Fabyola Fabiano Gonzaga

silviodulivo ha detto...

Si è sparsa la voce in tutta Montale che dietro Homo Vulgaris si celerebbe in realtà Silvio D'Ulivo (sdu). Qui partono le denunce, lo si sappia! Quindi o l'Homo Vulgaris si fa vivo ora, subito, entro dieci minuti, in modo che possa screditare tale ipotesi davanti a testimoni (Dusty) oppure son guai per tutti! (per prima l'Ester che ha messo in giro tale voce...

Anonimo ha detto...

Silvio è il mio fratello. Entrambi discendiamo dall'Homo Erectus, ma lui non lo sa e infatti va alla ricerca dei suoi antenati. Questo farebbe supporre che l'Homo Vulgaris si è evolutp passando dall'Homo Sapiens, mentre il D'Olivo ha saltato questo anello dell'evoluzione.
(spero d'aver fatto in tempo)

silviodulivo ha detto...

Visto che Ester/Dusty s'è chetata, lo dico io: Homo Vulgaris ha scritto l'ultimo commento mentre io/fred, ester/dusty e faby/gemma eravamo insieme. INDI: io non sono Homo vulgaris, come qualcuno sosteneva (e neanche suo fratello, come sostiene HV)

Anonimo ha detto...

Vabbè, ditegli di sì. Si sa che ai matti bisogna dar sempre ragione, e a uno che bazzica il SanSalvi poi...
Girate a largo!
Ester

Anonimo ha detto...

La Dea babilonese Ishtar (Ester) rappresenta il prototipo della grande Dea, simbolo della fertilità, dell’amore e della sensualità. Emigrò clandestinamente in Italia giungendo, a bordo di una carretta del mare, sulla spiaggia di Montale (allora lambita dal mare). Rinchiusa in un CPT, in attesa di un governo che sapesse cosa farne, passò circa quattromila anni ad esercitarsi in quella strana danza che aveva visto svolgere, da un bel po’ di donne, sul bagnasciuga al momento dell’arrivo.
Si trattava dell’antica danza del Qua Qua (l’etimologia è ancora incerta, ma sembra riferirsi ad un antico rito propiziatorio), con la quale le donne cercavano di entrare in relazione profonda con i ritmi della natura. Nella danza del Qua Qua molti movimenti imitavano le movenze degli animali, il serpente o il cammello, oppure le onde del mare, o la forma della luna.. Ester (Ishtar) raggiunse la perfezione col cammello ma ebbe sempre difficoltà con la forma della luna. Purtroppo il “pacchetto sicurezza” arrivò prima che potesse riuscirci e della Dea non si seppe più nulla. Una leggenda narra che proprio nel luogo dove sorgeva il CPT, ora c’è il circolo ARCI di Montale.

Anonimo ha detto...

Se il nostro Homo Vulgaris potesse assistere alla meravigliosa danza del ventre dell'Ester rimarrebbe come Ulisse, incantato dalle sirene...
FabyGemma

Anonimo ha detto...

I love maEstra, I love, I love, I love...
Ester

Anonimo ha detto...

Alla prossima esibizione di Ester mi farò legare all'albero come Ulisse, per assistere fino in fondo. Grazie del consiglio, maEstra.

p.s. chi pensa che dietro questo pseudonimo si nasconda silviodulivo... beh: a pensar male si fa peccato, ma spesso s'indovina.

silviodulivo ha detto...

In questo caso no!